On the road

Quattro anni di collaborazione ininterrotta culminano con cinque modelli esclusivi, siamo stati a Castel D’Ario in provincia di Mantova a casa di Astorflex per farci raccontare qualcosa della loro storia e per assistere in prima persona ad una realtà manifatturiera italiana di oltre due secoli.

On the road

Quattro anni di collaborazione ininterrotta culminano con cinque modelli esclusivi, siamo stati a Castel D’Ario in provincia di Mantova a casa di Astorflex per farci raccontare qualcosa della loro storia e per assistere in prima persona ad una realtà manifatturiera italiana di oltre due secoli.

A Castel D'Ario dal 1820

L’azienda nasce nel 1820 come laboratorio della famiglia Travenzoli, producendo e restaurando scarpe per la campagna nel mantovano. La svolta arriva con l’introduzione della lavorazione “ideal” da parte  di Alfredo Travenzoli, che porterà negli anni ’60 al successo delle calzature oltre Mantova e l’Italia.

Il calzaturificio Travenzoli diventa ufficialmente Astorflex nel 1965, dal 1984 l’azienda è sotto la guida di Fabio che, disposto all’evoluzione e all’innovazione la traghetta nella contemporaneità, iniziando così la storia di Astorflex come la conosciamo oggi.

Chi abbiamo incontrato

Qualche domanda a Franco Vivaldi, project manager di Astorflex

Ma quindi perché la scarpa buona?

La scarpa buona è quella che ti far stare bene, quella che ti fa dimenticare di avere addosso le scarpe, ed è proprio la scelta dei materiali che permette di adattarsi a tutte le forme di piedi, così come la costruzione ideal. Un elemento che spesso viene sottovalutato è la fodera, realizzata sempre in fiore di vitello in concia vegetale, antibatterico e antimicotico, forma un ambiente asciutto e confortevole all’interno della scarpa.  A questo viene aggiunto uno dei pochi materiali artificiali che utlilizziamo, del memory foam, così da poter offrire una scarpa con un plantare personalizzato e non forzato.

Scarpa buona anche perché qui agiamo con rispetto, rispetto per l’ambiente, per la filiera, per le persone che lavorano con noi e per il prodotto.

"La scarpa buona è quella che ti far stare bene, quella che ti fa dimenticare di avere addosso le scarpe."

Puoi parlarci della vostra visione del Made in Italy?

Il nostro prodotto riflette un autentico rispetto per il lavoro in Italia. Alimentiamo una filiera di lavoratori italiani, con concerie toscane e maestranze che collaborano con noi da anni, condividendo una visione comune. La filiera corta ci offre flessibilità creativa e produttiva, impossibile da ottenere lavorando all’estero. 

Il nostro cliente sta diventando sempre più attento, cercando un giusto rapporto qualità-prezzo, un approccio etico e una maggiore attenzione all’ambiente.

E invece della collaborazione con Vintage55 cosa ci dici?

Ci siamo incontrati e parlando abbiamo scoperto una certa affinità di gusto e di pensiero, punto di partenza per andare a personalizzare modelli dal nostro archivio se non addirittura a crearne di nuovi. Con Vintage55 condividiamo la passione per il prodotto di qualità e per le icone del passato, realizzare dei modelli esclusivi, dai requisiti estetici senza tempo ma adatti alla contemporaneità fa parte del DNA di Vintage55 e credo sia stato stimolante per entrambi.

The process

"Qui da Astorflex è la macchina ad essersi adattata alla velocità degli uomini e non il contrario"

Oggi stavamo lavorando al Vootflex con Vintage55 (come si vede nel video), tomaia e suola sono unite con lavorazione ideal, cucite quindi tra di loro con un guardolo in cuoio lungo tutto il perimetro. La suola è in pelle di bufalo, con piantina antiscivolo e tomaia in scamosciato trattato per un effetto vintage. I lacci sono in cotone e gli occhielli in ottone anticato.

Lavorano circa 45 persone alla realizzazione di una scarpa, si parte dal trancio delle pelli, si prosegue con il cucito, poi prosegue con il montaggio ed eventuali trattamenti che daranno alla scarpa il suo vero sapore. Infine c’è la fase di sgrossatura e fresatura perimetrale, tutte le lavorazioni sono effettuate a mano, ma storicamente questa è la più faticosa e sgradevole.

Questo ragionamento ci ha portato all’acquisto e introduzione nel processo produttivo di un braccio antropomorfo robotizzato che esegue la parte più complessa e faticosa della sgrossatura, ci teniamo però a precisare che questo non ha reso più rapida la produzione delle scarpe, perché il resto dei processi è rimasto invariato, qui da Astorflex è la macchina ad essersi adattata alla velocità degli uomini e non il contrario, e poi ovviamente le lavorazioni successive, dove è richiesta più attenzione sono effettuate comunque a mano.

Parti con noi?

I cinque modelli realizzati per questa collezione con Astorflex sono disponibili in tutti i nostri negozi e online! Passa a provarli e scopri un prodotto italiano di qualità.

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